1.400 kg. Questi sono i numeri dell’iniziativa di raccolta straordinaria di rifiuti elettronici che si è svolta venerdì 9 maggio al mercato di Ivrea. Nonostante le condizioni meteo avverse, cittadini provenienti da tanti Comuni del nostro territorio si sono mobilitati per venire a conferire i propri rifiuti elettronici al mercato di Ivrea nello speciale contenitore che Società Canavesana Servizi ha messo a disposizione per la mattinata.
“L’iniziativa è stata una prima proposta sperimentale, racconta il Direttore Generale di Società Canavesana Servizi spa l’Ing. Andrea Grigolon, e, vista anche la pioggia battente, non immaginavamo la partecipazione così grande a cui abbiamo assistito. Avevamo diffuso questa possibilità, grazie alla preziosa collaborazione del Comune di Ivrea, con tutti i canali disponibili: le affissioni tramite i manifesti, la campagna social, la newsletter del Comune, i siti istituzionali, strumenti che ci hanno permesso di utilizzare linguaggi diversi per entrare in contatto con differenti tipologie di utenza.
Spesso gli utenti esprimono il timore che buttando il proprio smartphpone o pc vengano “rubati” i dati in esso inseriti, non sapendo che nel processo di recupero e riciclo ogni singolo componente del dispositivo viene disassemblato e separato dagli altri, avendo come obiettivo prioritario il recupero delle materie prime.
I cittadini hanno partecipato con grande entusiasmo, sia conferendo i propri rifiuti elettronici, sia chiedendo informazioni e volendo capire meglio il ciclo del rifiuto e la sua completa gestione. E non solo rifiuti elettronici. Grazie alla presenza del nostro personale esperto al gazebo informativo abbiamo fatto chiarezza sulla raccolta differenziata, sulla corretta separazione di imballaggi in plastica, metallo e vetro e sulle varie tipologie di riciclo e recupero. Insomma, un’opportunità per tutti di condividere e conoscere”.
Le apparecchiature elettriche ed elettroniche sono ormai entrate nella nostra quotidianità e sono oggetti insostituibili. Lavatrici, frigoriferi, forni, ma anche personal computer, smartphone, frullatori quando smettono di funzionare e ce ne vogliamo liberare diventano un rifiuto, i R.A.E.E. (rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), che deve essere gestito con grande attenzione e senso di responsabilità.
Pur aumentando sempre di più la diffusione di questo tipo di dispositivi, nel nostro territorio non vi è, però, una conseguente crescita del quantitativo di rifiuti elettronici, con una raccolta pro capite inferiore alla media nazionale (6.07 kg/abit contro i nostri 4.8 kg/ ad abitante). SCS, dunque, si è interrogata su come incentivare i cittadini a conferire di più e con una raccolta differenziata di qualità.
“Nel progetto abbiamo pensato di creare delle iniziative di comunicazione e sensibilizzazione concrete, aggiunge il Presidente SCS Dott. Calogero Terranova, in cui fosse SCS ad andare verso il cittadino per informarlo da un lato e creare un’abitudine al corretto conferimento dall’altro. Perché, è bene ricordarlo, gli strumenti per poter differenziare e avviare a riciclo e recupero i R.A.E.E. già ci sono nel nostro territorio. I centri di raccolta, i contenitori nei Comuni e quelli nelle scuole secondarie, la raccolta domiciliare ingombranti. Ma forse quello che manca è l’abitudine a pensare al dispositivo elettronico come a una fonte di materiali preziosi da raccogliere separatamente”.
I rifiuti elettronici sono un’enorme opportunità per recuperare materiali fondamentali per lo sviluppo di nuove tecnologie come rame, ferro, acciaio, alluminio, vetro, argento, oro. Uno smartphone può contenere fino a 50 diversi tipi di metalli, ognuno dei quali contribuisce alle sue dimensioni ridotte, alle prestazioni e al confort nell’utilizzo. Una tonnellata di smartphone contiene circa 100 volte la quantità di oro contenuta in una tonnellata di minerale d’oro.
Ma i R.A.E.E. sono anche una delle principali sfide ambientali che ci troviamo ad affrontare.
Contengono sostanze tossiche come mercurio, piombo e cadmio, arsenico, antimonio e clorofluorocarburi che, se abbandonate nell’ambiente, possono contaminare il terreno e le falde acquifere con evidenti ricadute sulla salute delle persone, della flora e della fauna. I materiali dispersi, perché non avviati a corretto riciclo e recupero o, come spesso accade per i piccoli rifiuti elettronici, conferiti nel rifiuto indifferenziato, comportano un aumento della domanda di estrazione di nuove risorse naturali che sappiamo non essere infinite.
Se pensiamo alle materie prime legate alle tecnologie green come i pannelli solari, le turbine eoliche, i veicoli elettrici, l’illuminazione ad alta efficienza energetica, queste non possono prescindere dai 49 elementi chimici presenti nei RAEE, di cui ben 18 sono stati inseriti dall’Unione Europea nella lista di materie prime critiche, sia per le difficoltà di approvvigionamento sia perché importanti per settori chiave dell’economia sia per l’assenza di sostituti validi.
“Nella raccolta di Ivrea abbiamo dato un importante segnale come territorio, conclude Terranova: 920 kg di piccoli elettrodomestici come asciugacapelli, aspirapolvere, bilance, calcolatrici, frullatori, pc, smartphone, stampanti; 400 kg di tv e monitor; 70 kg di lampadine, led, neon, tubi fluorescenti. Ognuno degli oggetti raccolti è un importante contributo al miglioramento dei dati di raccolta, ma anche un indicatore che possiamo crescere insieme nel trovare strategie e percorsi comuni che ci aiutino in un continuo viaggio verso una riduzione del nostro impatto ambientale.”