Il Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER) o Codice Elenco Europeo dei Rifiuti ( CEER / EER), nella forma a sei cifre attuale, viene introdotto in Italia nel lontano 1997, poi revisionato con l’Elenco in applicazione da gennaio 2002, infine riproposto con piccole modifiche, nell’Elenco in uso a partire dal 1° giugno 2015.
I codici CER sono delle sequenze numeriche, composte da 6 cifre assegnati a ogni tipologia di rifiuto in base alla sua composizione e al processo produttivo che l’ha generato.
All’interno del Catalogo Europeo dei Rifiuti, quelli pericolosi ai sensi della direttiva 2008/98/Ce sono contrassegnati con asterisco “*”.
Chi deve classificare i rifiuti?
Come puoi vedere nella pagina di IL CICLO DEL RIFIUTO, la corretta gestione dei rifiuti aziendali è una responsabilità condivisa a cui le imprese, le pubbliche amministrazioni e i cittadini non possono sottrarsi.
Per legge la corretta classificazione dei rifiuti deve essere eseguita dal produttore dei rifiuto, applicando le disposizioni contenute nella decisione 2000/532/CE. Il produttore deve identificare l’attività e il processo che ha generato i rifiuti, assegnando a essi il codice CER più idoneo e definirne le eventuali caratteristiche di pericolo.
Perché è importante attribuire il corretto codice CER?
Attribuire correttamente il codice CER permette di gestire correttamente il rifiuto, anche nelle fasi successive alla sua produzione: registri di carico e scarico, gestione del deposito, trasporto e smaltimento.
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Pagina aggiornata il 27/10/2020