Saper riconoscere e riciclare correttamente la bioplastica compostabile è importante: per questo Società Canavesana Servizi spa, insieme alle aziende della Rete d’Imprese Corona Nord-Ovest e in collaborazione con il Consorzio Biorepack propone la campagna di comunicazione “Plastiche e Bioplastiche. Distinguere per riciclare”. Le attività previste nell’ambito della campagna sono molte, e coinvolgeranno vari target fino a novembre 2025. Sono previsti laboratori di educazione ambientale, un video divulgativo, informative sui media locali, una campagna social e web con creazione di contenuti multimediali dedicati, pieghevoli e locandine informative. Vi terremo aggiornati in itinere sugli eventi del progetto!
Sai cos’è la bioplastica compostabile?
La bioplastica compostabile è un materiale sostenibile adatto per produrre film flessibili, manufatti e stoviglie.
La bioplastica può essere smaltita insieme al rifiuto organico, nella raccolta differenziata. Infatti, grazie alla sua composizione, è biodegradabile e compostabile: in un impianto di compostaggio, insieme ai nostri scarti alimentari, si trasforma in compost, un terriccio ricco di nutrienti per favorire la fertilità del terreno.
Come si riconosce?
Riconoscere la bioplastica compostabile è semplice: ogni prodotto realizzato con questo materiale è riconoscibile da una serie di marchi e certificazioni, in conformità alla normativa UNI EN 13432:2002 e UNI EN 14995:2007.
Per essere certi, dunque, che il materiale sia effettivamente bioplastica compostabile, è necessario controllare la presenza dei loghi DIN Geprüft, OK Compost e Compostabile CIC. Se sono presenti questi loghi, è certificato che la bioplastica sia è compostabile, ovvero smaltibile insieme al rifiuto organico e trasformabile in compost.
Secondo la certificazione, infatti, un materiale compostabile è:
- biodegradabile: può essere decomposto da microorganismi (come batteri, funghi o alghe) in condizioni ambientali favorevoli
- disintegrabile: può essere frammentato nel compost finale
- senza effetti negativi: non ha alcun effetto negativo sul compost e sul processo di compostaggio
- a bassi livelli di sostanze: presenta un basso a livello di sostanze come metalli o composti fluorati e non ha effetti ecotossici sulle piante
Dove la troviamo?
Oggi, molti imballaggi, stoviglie o manufatti vengono prodotti con la bioplastica compostabile.
Grazie alla sua versatilità, resistenza e compostabilità certificata questo materiale si presta a diversi utilizzi:
- borsette e shopper compostabili
- sacchetti per la frutta, la verdura e altro materiale sfuso
- piatti, bicchieri, vassoi e posate
- vaschette, retine, pellicole
- capsule per caffè e bevande (leggere con attenzione l’etichetta).
Quando un imballaggio ha i loghi di certificazione, è prodotto con bioplastica compostabile e può essere gettato insieme al rifiuto organico.
Attenzione: i sacchetti per raccogliere l’organico devono essere di bioplastica compostabile. Proprio per le sue qualità il sacchetto di bioplastica compostabile deve essere destinato a raccogliere gli scarti alimentari che produciamo a casa. Non è un sacchetto di plastica e quindi non va buttato insieme alla raccolta della plastica.
L’impegno di Società Canavesana Servizi spa
Società Canavesana Servizi spa è da sempre impegnata per sostenere la corretta raccolta dei rifiuti e promuovere comportamenti sostenibili,: a cominciare dal rifiuto organico, la cui qualità influisce direttamente sulla qualità del compost che servirà da fertilizzante per campi, orti e terreni. Fare bene la raccolta differenziata dell’organico, buttare correttamente le bioplastiche e separare sempre il materiale organico dalle altre raccolte differenziate è un modo concreto per fare la nostra parte: la raccolta differenziata dei rifiuti organici, infatti, è un passo importante verso un futuro più sostenibile. Seguendo semplici regole e utilizzando i sacchetti appropriati, possiamo contribuire a ridurre l’impatto ambientale e promuovere l’economia circolare nel nostro territorio.